(detto
Cecco Bravo). Pittore italiano. Legato alla tradizione pittorica
fiorentina, divenne uno degli artisti più rappresentativi del primo
Seicento toscano. Declinò il linearismo di tipica impostazione fiorentina
con elementi del tardomanierismo veneto e con un gusto decorativo anticipatore
dei modi settecenteschi. Durante il ventennio 1630-50 fu attivo nei maggiori
centri della Toscana, in particolare Firenze e Pistoia; di tale periodo ci
restano: il
San Vitale per la chiesa della Santissima Annunziata di
Firenze, gli affreschi a Palazzo Pitti nella Sala degli Argenti (
Lorenzo de'
Medici che riceve le Muse e le Virtù) datati 1637, e quelli nella
Sala delle Porcellane, datati 1646. In seguito si trasferì a Innsbruck,
dove entrò al servizio dell'arciduca Ferdinando Carlo. A questo periodo
appartengono l'affresco dell'
Aurora (1659), dipinto nel castello di
Ambras, e il ritratto di
Ferdinando Carlo a cavallo (Vienna,
Kunsthistorisches Museum). Una serie di disegni, che testimoniano la
qualità dei modellati dell'artista e la morbidezza dei toni, è
conservata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze (Firenze 1607 - Innsbruck
1661).